Intervista a Virginia Peruzzo
Oggi ci troviamo in compagnia di Virginia Peruzzo a ripercorre i primi anni della sua giovane carriera, la vittoria mondiale (Mondiale Under 18) dello scorso anno e la sua recente promozione nella Massima Serie con la Unet E-Work Busto Arsizio.
Ciao Virginia, a che età è iniziata la tua passione per la pallavolo? Raccontaci i tuoi primi passi in questo sport.
Ho provato diversi sport prima di conoscere la pallavolo: ho fatto nuoto, basket, equitazione e, non ci crederete mai, anche danza. Nessuno di questi sport però catturava il mio interesse.
Un bel giorno però c’è stata la svolta: mi sono trovata tra le mani un volantino per una prova nella squadra di minivolley Under 12 di Lomazzo: ero in quinta elementare, avevo 9 anni, in quel momento ho iniziato questa meravigliosa avventura e non ho più smesso…
Pallavolo e studio: non deve essere facile svolgere al meglio entrambe le cose, com’è la tua giornata tipo?
La mia giornata è molto impegnativa ma anche molto standard. Sveglia alle 6:30 e subito non ho molto tempo da perdere visto che alle 7 devo prendere il pullman per andare a Saronno al liceo GB Grassi dove c’è scuola anche il sabato.
Il ritorno a casa non è mai prima delle 14-14.30… mi prendo un po’ di meritato riposo e dopo un’oretta inizio a fare i compiti. Mi devo organizzare bene perché nel tardo pomeriggio ci sono gli allenamenti e alle 17.30 devo uscire di casa. Quest’anno giocando in prima squadra cambieranno gli orari degli allenamenti. Alle 22.30 rientro a casa: la cena è lì ad aspettarmi e, se non ho da completare qualche compito, anche il letto.
Come sono stati i tuoi ultimi 12 mesi: dal 27 agosto 2017 (vittoria al campionato del mondo) al 5 giugno 2018 quando la UYBA ti ufficializza in prima squadra.
È stato un anno molto impegnativo e ricco di grandi emozioni. Quando sono tornata dal mondiale ho avuto solo una settimana di riposo: i primi di settembre infatti ho iniziato subito la scuola e gli allenamenti con il mio club.
Quei giorni me li ricordo bene! Ero felicissima, tantissime persone mi chiamavano per farmi i complimenti e volevano festeggiare con me: è stato qualcosa di incredibile, un’esperienza fantastica che non dimenticherò mai.
L’inizio della nuova stagione però non è facile: non avendo avuto molto riposo ho subito un piccolo crollo psicologico culminato con l’infortunio al legamento della caviglia.
Il mese di stop forzato mi ha aiutato e mi ha permesso di ricaricare le pile: fortunatamente l’infortunio è avvenuto sotto Natale in un periodo un po’ più tranquillo della stagione.
Maggio è stato un mese importante, c’erano le finali regionali con il mio club, a cui tenevo tantissimo essendo il mio ultimo anno nelle giovanili.
Le soddisfazioni non sono mancate: abbiamo vinto infatti il titolo provinciale contro Orago. È stata una gioia infinita, la rivalità tra le due squadre infatti è storica.
Il secondo posto nei regionali che abbiamo conquistato qualche settimana dopo ci ha permesso di accedere alle finali nazionali di categoria a Bormio.
Eravamo super cariche ed orgogliose di essere presenti alla manifestazione nazionale e il terzo posto finale ci ha ripagato di tutti gli sforzi.
Non potevo chiedere di meglio, non me lo sarei mai aspettato: un terzo posto Nazionale è qualcosa di incredibile. Arrivare sul podio è stato davvero qualcosa di unico, sono davvero orgogliosa della mia squadra e di tutto quello che ho fatto.
I primi di giugno è arrivata la notizia ufficiale del mio passaggio nella prima squadra. Quando me l’hanno detto ero un po’ incredula: penso sia il sogno di tutti arrivare in prima squadra e per me completare questo percorso dopo 4 anni nello stesso club è stata un’emozione unica.
L’ambiente all’interno della società è fantastico: mi trovo benissimo con i DS, lo staff e sono davvero entusiasta di avere come allenatore Mencarelli che ho conosciuto molto bene l’anno scorso con la nazionale al mondiale.
Il prossimo anno ritroverai coach Mencarelli artefice della vittoria mondiale dello scorso anno. Raccontaci il tuo rapporto con il coach.
Sono davvero contenta, credo che Mencarelli sia un grande allenatore, un professore: sa sempre di cosa sta parlando e riesce a darti in ogni circostanza un consiglio, una spiegazione tecnica e ragionata su tutto.
Si interessa molto di statistiche, le studia nel dettaglio e con i dati raccolti ti aiuta negli allenamenti: mi piace moltissimo come allenatore è davvero un professionista e un perfezionista. Quest’estate ho fatto 10 giorni di stage con la Nazionale al centro Pavesi, in quella circostanza Mister Bellano era impegnato ai giochi del Mediterraneo e ho rincontrato Mencarelli: è stato molto bello riallenarmi con lui dopo la vittoria del mondiale.
Sono davvero molto contenta che la prossima stagione sarò allenata da Mencarelli e da Musso (secondo allenatore) due persone che stimo tantissimo e che mi stanno aiutando tanto nel mio percorso di crescita.
Hai una giocatrice a cui ti ispiri: quale e perché?
Direi di sì e vi racconto un piccolo aneddoto: al primo collegiale con la Nazionale a Chiavenna c’era Mencarelli come allenatore e un giorno al termine dell’allenamento mi ha detto che avrei dovuto osservare attentamente Alessia Gennari perché dal suo punto di vista le assomiglio molto sia come fisico che come caratteristiche tecniche.
Da quel giorno ho iniziato a guardarla con molto interesse cercando di carpire il più possibile.
Agli inizi la conoscevo poco, ma avendo la fortuna di vederla giocare con il mio club ho iniziato a conoscerla e mi è piaciuta tantissimo da subito: è una ragazza molto carina e molto intelligente, una vera professionista in campo e fuori dal campo. Conoscendola mi sono avvicinata sempre di più a lei: in difesa è una garanzia, in prima linea ancora di più.
Ha una testa stupenda: quindi cosa posso dire è diventata lei il mio idolo.
Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?
Non sarà un anno facile, avrò la maturità e cambierò la mia routine: gli allenamenti saranno in un orario diverso e quindi dovrò organizzarmi in modo differente. Fino a quest’anno agli allenamenti mi accompagnava mio padre o mia madre ora dovrò organizzarmi con il treno.
Per quanto riguarda la pallavolo sarà un anno di crescita sportiva e psicologica: entro a far parte di quella che io definisco la pallavolo dei grandi. Sarò la più giovane del gruppo e sono davvero molto felice di esserlo, mi è già capitato in passato e credo che sia una bella esperienza.
Avrò delle compagne molto forti dalle quali potrò imparare veramente tanto: penso che tutte abbiano qualcosa da darmi. Qualcuna, come Orro, la conosco e mi trovo davvero molto bene con lei, forse anche per il fatto che siamo entrambe giovani.
Il prossimo anno ci sarà anche la Coppa Cev: sono molto carica anche per questa nuova esperienza, so che non sarò una giocatrice titolare, ma penso che potrò dare il mio contributo quando sarò chiamata in causa e spero di non deludere nessuno. Lavorerò sempre per dare il massimo e spero di riuscire a dare il meglio di me.
Come vinci l’ansia e la tensione dei grandi match?
L’ansia penso che ci sia sempre. Sono una ragazza abbastanza ansiosa nel senso che il mio carattere mi porta a essere preoccupata per qualsiasi cosa anche al fuori della pallavolo.
Ormai sono anni che gioco e penso che quando ti trovi in un ambiente dove tutti credono in te devi gestire le emozioni in modo positivo. La pallavolo è un gioco e bisogna sempre pensare a divertirsi: se ci si preoccupa di possibili errori è la fine.
È vero che ci sono partite come alla fase finale del mondiale, in cui l’ansia è veramente tanta: in quelle occasioni vuoi dare il meglio di te e far vedere un bel gioco a chi è venuto a vederti. Se pensi troppo credo che alla fine sia controproducente.
Io quando sono un po’ agitata faccio dei respiri profondi cerco di isolarmi e penso solo a divertirmi e godermi il momento.
Coltivi altri interessi oltre allo sport?
Non ho il tempo materiale per coltivare altri interessi: quando ho un po’ di tempo libero ascolto la musica.
Mi piace uscire con i miei amici, divertirmi e fare cose nuove, non avendo molto tempo non voglio ripetere sempre le stesse cose. Mi piace stare in compagnia.
Tanti sacrifici, tante ore in palestra per inseguire un sogno. Ci vuoi dire qual è il tuo?
Ad oggi un piccolo sogno l’ho raggiunto (la serie A con il mio club) ora devo cercare di mantenere vivo questo sogno lavorando e dando sempre il meglio di me.
In ogni caso penso che il sogno di tutti sia la Nazionale. È una cosa favolosa giocare per il proprio paese, portare in giro per il mondo i colori della propria bandiera: è un motivo di grandissimo orgoglio e lavorerò duro per cercare di raggiungere questo obiettivo.
Ora mi raccomando non svegliatemi e fatemi continuare a sognare…
Buona pallavolo a tutti
Marco Zerbini