70.3 Ironman Budapest
70.3 Ironman Budapest: telecronaca dalla gara
Inizia una lunga giornata di sport e fatica.
E’ la tappa ungherese della competizione internazionale di triathlon “Ironman 70.3” che ogni anno raduna circa 1500 pazzi per affrontare 2 km a nuoto, 90 km in bici e per concludere 22 km di corsa.
Lì sulla riva del Danubio (fidatevi non è blu…) tra i temerari che già da un paio d’ore si riscaldano i muscoli in attesa del via, c’è anche il nostro “Zerbo”. La temperatura è veramente bassa e non invidiamo affatto questi atleti che tra poco si tufferanno nel fiume.
Stiamo seguendo lo Zerbo fin da quando ha iniziato la preparazione: un anno di allenamenti e sacrifici (13 allenamenti di media a settimana) per arrivare pronto a questo evento. Ci sono tempi massimi da rispettare, detti “cancelli”, e sono molto bassi (1 ora di nuoto, 4.30 ore di bici e 8 ore come tempo limite finale) insomma la possibilità di squalifica e insuccesso è veramente concreta.
Ecco i PRO che si stanno tuffando nel Danubio: inizia la gara!
Nuotano in gruppo uno accanto all’altro, manate e pedate si sprecano ma nessuno ci fa caso più di tanto, non ci si ferma mai, neanche quando si riceve una botta in testa, si cambia solo leggermente direzione controllando di non fare troppa strada in più. Zerbini nuota a stile libero, prendendo aria ogni due bracciate e a volte ogni quattro per evitare di prendere troppe botte. Dopo 45 minuti eccolo finalmente: non sarà contento, il suo obiettivo era un tempo di 6/7 minuti in meno…
Pur molto provato ed infreddolito, il nostro atleta comincia a correre già dall’acqua tra gli schizzi e gli applausi della folla stipata oltre le transenne…si va a cambiare velocemente perché ora inizia la frazione per lui più difficile: pedalare non è il suo forte. Vari atleti hanno portato fantastiche bici da 5-10 mila euro, mentre la sua è una semplicissima bici da corsa in carbonio…ma con questa ha macinato migliaia di chilometri in allenamento ed in questo momento i due lottano insieme per arrivare al traguardo nel minor tempo possibile. Il percorso prevede 90 chilometri nei dintorni di Budapest in compagnia di un vento fortissimo e persino due tostissime salite.
Lo Zerbo procede regolare, il contachilometri in pianura oscilla sempre sopra i 30 all’ora, davvero niente male per lui considerando che con il passare delle ore inizia a sentirsi il peso della precedente nuotata. La stanchezza si fa sentire nelle gambe e sulla schiena e per contrastarla si cerca di mangiare e di bere il più possibile sempre pedalando: è l’unico modo per avere energie fino al traguardo.
Ecco arrivare il nostro atleta nella transition zone! È andato forte, tanto che nemmeno lui se lo aspettava. Ora manca solo l’ultima fatica, la mezza maratona, e correre è la sua specialità: ha nel suo curriculum tantissime maratone e ultramaratone.
L’ultima frazione si svolge su un percorso di 5 chilometri da ripetere 4 volte. Alla fine di ogni giro, per non sbagliare, viene consegnato un braccialetto di diverso colore. Giallo il primo giro, poi rosso, blu e verde l’ultimo giro…
La fatica si fa insostenibile e ogni tanto qualcuno finisce a terra per i crampi, vediamo anche barelle e flebo spuntar fuori qua e là in soccorso dei più sfortunati.
Lasciamo raccontare l’ultimo chilometro dallo Zerbo in persona:
“Aumento la velocità, ho tenuto un po’ di energie per questi ultimi metri. Sono sempre più vicino alle transenne, inizio a ringraziare tutta la gente che è lì ad incitarmi. Nel triathlon è consuetudine rimanere al traguardo, in segno di rispetto, fino all’arrivo dell’ultimo atleta: spero di non essermi fatto troppo attendere.”
Marco Zerbini